Afghanistan, replica al ministro Terzi
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- Published on Monday, 12 December 2011 00:25
- Written by Enrico Piovesana
Qualche appunto alla lettera a Repubblica del ministro degli Esteri Giulio Terzi “L'impegno dell'Italia non si ferma”
Il marchese Giulio Maria Terzi di Sant'Agata, ex ambasciatore italiano in Israele e Stati Uniti, oggi ministro degli Esteri del governo Monti, scrive il 6 dicembre una lettera sul quotidiano La Repubblica a proposito dell'Afghanistan, intitolata "L'impegno dell'Italia non si ferma".
"Non possiamo permetterci di disperdere quanto di positivo, ed è molto, costruito in questi anni", scrive il diplomatico.
Tra i "numerosi ed evidenti segnali di progresso che non possono essere sottostimati", Terzi di Sant'Agata cita il fatto che "l'Afghanistan ha oggi istituzioni democraticamente elette". Curioso che a dirlo sia il membro di un governo non democraticamente eletto. A parte il cattivo gusto, ricordiamo al ministro l'imbarazzo della comunità internazionale in occasione delle scandalose farse elettorali messe in scena dal regime-fantoccio di Kabul.
I colossali e sfacciati brogli elettorali architettati nel 2010 dal presidente Karzai e dai signori della guerra suoi alleati - milioni di falsi voti affluiti da province dove avevano votato poche migliaia di persone - vennero denunciati dagli osservatori internazionali e dalla stampa mondiale. La legittimità democratica delle istituzioni afgane venne messa in discussione dalle stesse Nazioni Unite, organizzatrici del voto: lo statunitense Peter Galbraith, numero due della missione delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama) si oppose all'insabbiamento dei brogli e per questo fu costretto a dimettersi dall'amministrazione Obama.
water is for settlers
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- Published on Sunday, 11 December 2011 22:24
- Written by Sami Sbeih, Tareq al-Haj Mahmoud
Israel’s violations of the International Covenant on Economic, Social and Cultural Rights
with regard to the human rights to water and sanitation in the Occupied Palestinian Territory
September 2011
VII. ANNEX: AFFIDAVITS
Affidavit No. 6371/2011
Sworn Statement
After swearing to tell the truth and nothing but the truth, I, the undersigned, Sami Sadeq Mahmoud Sbeih, of Palestinian nationality, holder of ID No.919063842, born on 21 July 1955, a resident of al-'Aqaba, Tubas governorate, and the president of its village council, would like to declare the following:
Aqaba village is located in the al-Aghwar area (The Jordan Valley) and specifically in its northern part within the boundaries of Tubas governorate. The village is inhabited by 300 residents and contains 45 houses. It also has several organizations and institutions such as al-Haq Kindergarten – holds 130 boys and girls from al-'Aqaba and nearby communities, al-Amal Clinic, Salah al-Din al-Ayoubi Mosque, al-'Aqaba Unisex Primary School – holds about 80 students, Rural Women's Association, al-'Aqaba Cooperative Agricultural Association, al-'Aqaba Cooperative Association for the housing of immigrants, al'Aqaba Hope and Unity Club and a sewing factory belonging to the village and its residents.
Gaza: sale a tre bilancio morti raid Israele
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- Category: Riflessioni
- Published on Sunday, 11 December 2011 08:46
- Written by Michele Giorgio
La scorsa notte un missile ha ucciso un anziano e ferito sette bambini. Qualche ora prima una «esecuzione mirata» aveva ucciso due palestinesi
Sette razzi lanciati da Gaza verso il Neghev. Tensione forte anche a Gerusalemme.
La trappola europea
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- Published on Sunday, 11 December 2011 00:47
- Written by Carlo Clericetti
la Repubblica.it, 09 dicembre 2011
molti economisti queste cose le avevano dette subito, appena era stata decisa - essenzialmente da Frau Merkel - la ricetta di durissimi sacrifici da imporre alla Grecia per farle pagare la finanza allegra e i trucchi di bilancio degli anni passati. La punizione, però, riducendo i redditi genera recessione, la quale fa diminuire le entrate: così il saldo di bilancio peggiora lo stesso e rende necessari altri tagli, che però peggiorano la recessione... e così via fino al default. La teoria secondo cui il taglio delle spese permetterà di ridurre le imposte, e l'aspettativa che questo avvenga stimolerà gli investimenti e anche i consumi, si è rivelata per quel che è: un'illusione. Se la gente ha meno soldi spende di meno, e le imprese non investono quando la prospettiva è di consumi in calo.
Spese di guerra, parliamone
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- Published on Saturday, 10 December 2011 00:47
- Written by Tommaso Di Francesco
Il Manifesto, 3 Dicembre 2011
Eccoli i tagli "tecnici" vellutati: abolizione delle pensioni di anzianità, aumento dell'età lavorativa, blocco del recupero dell'inflazione, passaggio di tutti al contributivo. Il tutto accompagnato dalle promesse di studiare un reddito minimo per i giovani disoccupati, di una patrimoniale ma «debole» e di «provare» a ridurre i privilegi della politica. Altro che tecnica. Si colpiscono come non mai il già risicato welfare e la condizione di vita dei lavoratori.