La ricetta di Stiglitz contro la crisi: “fiscalità progressiva e sostegno agli investimenti”
- Details
- Category: Europa, Usa, etc
- Published on Wednesday, 30 November 2011 04:45
- Written by Redazione
Articolo Tre, Novembre 27, 2011
Il premio Nobel all’economia attacca i neoliberisti: “le politiche di austerità sono la miglior ricetta per minor crescita e più disoccupazione. Un suicidio economico”.
“Le politiche di austerità sono una ricetta per il suicidio”. La pensa così il premio Nobel per l’economia del 2001 ed ex vicepresidente della Banca Mondiale, Joseph Stiglitz. Come riporta l’agenzia di stampa spagnola EFE, l’economista ritiene che le “misure portate avanti dai governi d’Europa portino a minor crescita e maggiore disoccupazione” e che, al contrario, “bisognerebbe contrastare la crisi con una fiscalità progressiva e con l’appoggio agli investimenti”.
Israeli Military Destroys Wells Near Hebron
- Details
- Category: Riflessioni
- Published on Tuesday, 29 November 2011 05:11
- Written by Adam Kerry - IMEMC & Agencies
IMEMC, November 24, 2011
Israeli forces have used a bulldozer to destroy three wells and part of a home in the village of al-Bass, west of Hebron.
The Ma'an News agency reported that three rooms of of local farmer Abdul Awwad's house were destroyed in addition to three drinking wells close by. The wells were located just inside the separation wall, an area where Israel has confiscated water from the natural springs to be used by Israeli citizens.
In the village of al-Mafqara, Israeli authorities demolished solar panels and water pipes that were used to supply electricity and drinking water to the local community. Local resident Nasr al-Nawaja told Ma'an “"By canceling the project, the Israeli occupation is confiscating people’s basic human rights," he said.
Se Israele attacca l'Iran scenari da incubo
- Details
- Category: Riflessioni
- Published on Thursday, 24 November 2011 08:56
- Written by Manlio Dinucci
La distruzione di Bushher produrrebbe una nube radioattiva che si diffonderebbe sul Golfo persico e sul Mediterraneo. Se venisse distrutto il reattore di Dimona la nube si diffonderebbe non solo su Israele. Le morti nella regione sarebbero molte migliaia
Roma, 11 novembre 2011, Nena News – Col tono da imbonitore, il ministro israeliano della difesa Ehud Barak ha annunciato che, se «il paese fosse costretto a una guerra» contro l’Iran, non gli costerebbe «100mila morti, né 10mila e neppure 1.000, ma appena 500 e anche meno se tutti stessero al riparo in casa». Non sono compresi, nel macabro calcolo, tutti gli altri morti.
Secondo alti funzionari britannici, l’attacco all’Iran potrebbe avvenire tra Natale e gli inizi del nuovo anno, con l’appoggio logistico statunitense. Gli esperti ritengono che i siti nucleari iraniani verrebbero colpiti con missili e cacciabombardieri, attraverso tre corridoi aerei: uno diretto attraverso Giordania e Iraq, uno meridionale attraverso Giordania ed Arabia saudita, uno settentrionale attraverso il Mediterraneo e la Turchia. Gli impianti nucleari verrebbero colpiti con bombe penetranti a testata non-nucleare, come le Blu-117 già fornite dagli Usa, che possono essere sganciate a oltre 60 km dall’obiettivo, su cui si dirigono automaticamente.
Il problema non è che Israele sta cercando nuovi modi per espellere i Palestinesi, è che a nessuno importa
- Details
- Category: Riflessioni
- Published on Wednesday, 23 November 2011 05:51
- Written by Amira Hass
17 novembre 2011
Haaretz, 14 novembre
La vicenda del presidente stupratore Moshe Katsav è sempre associata nella mia mente con le limitazioni che ho avuto come giornalista. E quando si cita la settimana in cui la storia è diventata pubblica (dopo l’8 luglio 2006) mi riporta alla memoria la burocrazia israeliana riguardo all’espulsione.
Come mai? E’ stato in quella settimana che avevo programmato di cominciare a pubblicare una serie di articoli sul nuovo passo deciso dai ministeri dell’interno, della giustizia e della difesa. Insieme, e senza che il pubblico lo sapesse, avevano deciso di cessare di rispettare un accordo tra gentiluomini in base al quale i Palestinesi e le loro mogli che avevano passaporti soprattutto di nazioni occidentali e che vivevano in Cisgiordania avendo soltanto un visto turistico. Alcuni erano nati nel territorio occupato nel 1967 – Israele aveva cancellato il loro status di residenti con vari stratagemmi, ma permetteva loro di andare e venire come turisti. Ad altri, specialmente dopo il 1994 (l’anno degli accordi di Oslo), era permesso di lavorare nel Territorio Occupato (nelle università, in varie ONG, nella burocrazia dell’Autorità Palestinese e negli affari), sempre con un visto turistico.
The bill to silence the like of us
- Details
- Category: Riflessioni
- Published on Sunday, 20 November 2011 12:45
- Written by Adam Keller
MWC News, 14 November 2011
The Funding Prohibition Bill is aimed at peace and human rights orgs. Foreign right-wing extremist millionaires are not touched: Moskowitz can continue financing settler invasion of Palestinian neighborhoods; Adelman continue maintaining a free daily newspaper - PM Netanyahu's mouthpiece.