Beduini, ONU denuncia "trasferimento"
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- Published on Wednesday, 26 October 2011 09:19
- Written by NENA-News
Un rapporto di Ocha, l’Ufficio di coordinamento degli affari umanitari, descrive lo spostamento forzato delle comunità beduine, nel quadro del piano E1: espansione della colonia di Maale Adumim e suo collegamento con Gerusalemme.
Gerusalemme, 21 ottobre 2011, Nena News – Circa 2.300 beduini risiedono in venti comunità nelle colline a Est di Gerusalemme. Oltre l’80% sono rifugiati, più di due terzi sono bambini. Le comunità hanno perso tutte le possibilità di accedere alle proprie terre a causa del’espansione delle colonie, molte hanno ordini di demolizioni pendenti sulle case, nessuna ha accesso alla rete elettrica e solo la metà è collegata a quella idrica. Nonostante ricevano assistenza umanitaria, il 55% delle comunità beduine nell’Area C della Cisgiordania (sotto il pieno controllo di Israele) soffre per carenza di cibo. Oltre 200 famiglie sono state ricollocate dall’area in cui vivevano negli anni Novanta, alcune con la forza. Di queste, oltre l’85% dichiara di aver dovuto abbandonare il proprio tradizionale stile di vita. Oltre 500mila civili israeliani vivono nelle colonie in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, colonie costruite in violazione del diritto internazionale.
Dall’inizio del 2011 al primo settembre, almeno 755 palestinesi sono stati forzatamente trasferiti a causa della demolizione della propria casa e 127 a causa delle violenze dei coloni. Circa il 40% di loro sono beduini.
L'irritazione di Fatah e il nuovo ruolo di Ankara
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- Published on Wednesday, 26 October 2011 03:45
- Written by Michele Giorgio
Il Manifesto, 19 Ottobre 2011
L'ACCORDO - Felici solo Netanyahu e Hamas
Festeggiamenti in Israele, gioia a Gaza e in Cisgiordania. Ma lo scambio di prigionieri avvenuto ieri rallegra il premier israeliano Netanyahu e Hamas più della famiglia Shalit e dei congiunti dei detenuti palestinesi liberati. Per ragioni politiche, naturalmente.
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Valzer con Benjamin
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- Published on Sunday, 23 October 2011 08:45
- Written by Giorgia Grifoni
Dopo lo scambio di prigionieri, Netanyahu appare in posizione di forza rispetto alla controparte palestinese. Tanto da dettare di nuovo le condizioni per un ritorno ai negoziati diretti, che Abu Mazen deve per forza rifiutare.
Betlemme (Cisgiordania), 22 ottobre 2011, Nena News – Non poteva essere un momento migliore per Netanyahu. Acclamato in casa per aver liberato Gilad Shalit e all’estero per aver annunciato un congelamento molto parziale dell’espansione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania per permettere di ritornare ai negoziati diretti, è in netta posizione di forza rispetto alle forze politiche presenti nel paese e alla controparte palestinese. Soprattutto perché Abu Mazen ha rifiutato il congelamento parziale.
Lo scambio di prigionieri di martedì scorso ha fatto emergere la vittoria di Netanyahu su entrambi i fronti interni. In primis perché è riuscito a riportare l’attenzione dell’opinione pubblica sui vecchi temi di nazionalismo e sicurezza, ribadendo ancora una volta che Israele tiene più alla libertà di uno dei suoi soldati che non alla prigionia di mille detenuti palestinesi. Ma ha soprattutto rassicurato l’estrema destra al governo, in quanto molti dei “pericolosi terroristi” che lo scambio avrebbe rimesso in libertà, non sarebbero tornati alle loro case in Cisgiordania o a Gaza.
World Finally Cares About Malnutrition In Gaza Strip
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- Published on Sunday, 23 October 2011 06:52
- Written by Lawrence of Cyberia
19 October 2011
18 October 2011
Gilad Shalit looks frail and emaciated: what have his captors done to him?
Gilad Shalit's health brings fresh scrutiny of Hamas detention practices; Israeli soldier looked emaciated after release, adding to concerns about treatment of detainees in Gaza – and in Israel.
19 February 2006
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The Hamas team had not laughed so much in a long time. The team, headed by the prime minister's advisor Dov Weissglas and including the Israel Defense Forces chief of staff, the director of the Shin Bet and senior generals and officials, convened for a discussion with Foreign Minister Tzipi Livni on ways to respond to the Hamas election victory. Everyone agreed on the need to impose an economic siege on the Palestinian Authority, and Weissglas, as usual, provided the punch line: "It's like an appointment with a dietician. The Palestinians will get a lot thinner, but won't die," the advisor joked, and the participants reportedly rolled with laughter. And, indeed, why not break into laughter and relax when hearing such a successful joke? If Weissglas tells the joke to his friend Condoleezza Rice, she would surely laugh too.
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The price of torching mosques
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- Published on Wednesday, 19 October 2011 07:14
- Written by Jonathan Cook – Nazareth
Israel lays ground for anti-apartheid struggle
Jonathan Cook
Jewish far-right groups responsible for a series of arson attacks on West Bank mosques over the past year broke dangerous ground last week when they turned their attention for the first time to holy places inside Israel. A mosque was torched, followed days later by an attack on Muslim and Christian graves.
In each case the settlers left their calling card – the words “Price tag”, indicating an act of revenge – scrawled on their handiwork.
None of the recent attacks against Palestinians has led to prosecutions. The so-called “Jewish division” of the Shin Bet secret police, which is charged with solving such crimes, is known to be more than half-hearted about pursuing investigations. Like many state institutions, including the army, its ranks are filled with settlers.