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Egitto: seconda fase elezioni, laici sperano in rivincita
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- Pubblicato Domenica, 18 Dicembre 2011 01:51
- Scritto da Azzurra Meringolo
I partiti islamisti invece sono certi di ripetere il grande successo ottenuto alla prima tornata elettorale. Ora in rete imperversano i rapper della Fratellanza islamica che cantano vittoria
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Storia di Said è storia della Palestina
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- Pubblicato Sabato, 17 Dicembre 2011 21:04
- Scritto da Emma Mancini
Dopo un viaggio in Europa per raccontare il suo Paese, il giovane 20enne di Ni’lin si ritrova di fronte la quotidianità dell’occupazione: raid nella sua casa, minaccia di arresto per il fratello. Un destino comune a quello di oltre 4 milioni di palestinesi.
Beit Sahour (Cisgiordania), 14 dicembre 2011, Nena News (nella foto, un giovane palestinese pianta un ulivo nel villaggio di Husan davanti ai soldati israeliani, foto Emma Mancini) – Un viaggio in Europa per parlare al mondo del piccolo villaggio palestinese di Ni’ilin, tre mesi trascorsi tra la Svezia e la Germania a respirare una libertà che nei Territori Occupati è negata da 63 anni. E al ritorno, il brusco risveglio: sei e resti un giovane palestinese sotto occupazione, non dimenticartelo.
Il chiaro messaggio è stato recapitato a Said dall’esercito israeliano solo due giorni dopo il suo ritorno in Palestina: raid notturno in casa e mandato di comparizione in carcere per il fratello minore. Una storia simile a tante altre, qua in Cisgiordania, ormai la routine. L’anormalità diventa normale, l’assurdo si trasforma in realtà.
Jewish rock-throwers are more equal
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- Pubblicato Sabato, 17 Dicembre 2011 08:12
- Scritto da Aeyal Gross
It is easy to imagine what would have happened had Palestinians invaded an Israeli military base and vandalized vehicles, burned tires, thrown rocks at the brigade commander and injured his deputy. It would have ended in death, injury or arrest for many of them. But the perpetrators of this week's incident were Jews, not Palestinians, and they threw rocks at both soldiers and Palestinians.
The explanation voiced for the killing of Mustafa Tamimi, who died after being hit in the head by a tear-gas canister during a demonstration in Nabi Saleh on Friday, was that the young Palestinian man had been throwing rocks at an armored Israel Defense Force jeep. Even had that been true, one cannot ignore the disparity in the response to the stone-throwers in each case, where the only difference was their being Arab in one case and Jewish in the other.
Perché l'Iraq non abbandonerà la Siria
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- Pubblicato Sabato, 17 Dicembre 2011 02:15
- Scritto da Emma Mancini
Oltre 300mila profughi, relazioni economiche radicate, vicinanza politica e timore che i settarismi di Damasco contagino Baghdad. Queste le ragioni del supporto iracheno ad Assad. E il premier Maliki gioca un’altra carta: una delegazione per pacificare la Siria.
Pochi giorni fa era stato il generale Fadhil Birwani, comandante militare delle forze antiterrorismo irachene, a immaginare con preoccupazione il possibile futuro di Damasco: la caduta di Bashar al-Assad in Siria sarebbe “una minaccia per l’intero Medio Oriente, perché permetterebbe la salita al potere di un regime integralista islamico in uno dei Paesi leader del mondo arabo”.
Egitto: ballottaggio ridimensiona salafiti
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- Pubblicato Sabato, 17 Dicembre 2011 02:04
- Scritto da NENA-News
Confermato il successo dei Fratelli musulmani, invece è meno ampio del previsto il risultato delle formazioni salafite, che al primo turno avevano incassato quasi il 25% dei voti. Ieri ha giurato il nuovo governo.
«Dopo il voto del 28 novembre, i salafiti hanno dichiarato nel modo più chiaro possibile di essere contrari ad uno Stato civile e di volere un Egitto fortemente fondato sulla sharia (il codice coranico) e su una rigida separazione dei sessi. Ciò ha spaventato non solo le minoranze ma anche i musulmani che si oppongono alle imposizioni dei leader religiosi», ha detto a Nena News, Nabil Abdul Fattah, del Centro al Ahram per gli Studi Strategici. «Per questo, al momento del voto, tanti hanno scelto di votare per i candidati liberal», ha aggiunto Abdul Fattah. E’ d’accordo anche George Isacc, fondatore del movimento per i diritti civili Kifaya e ora membro dell’Associazione nazionale per il Cambiamento. «Quanto è accaduto ai ballottaggi indica che gli islamisti non faranno bottino pieno alle prossime due fasi elettorali (previste a metà dicembre e all’inizio di gennaio, ndr)», ha detto Isacc.