Politiche palestinesi
PALESTINA. Fatah: “Sì al governo di unità, ma elezioni posticipate”
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- Publié le jeudi 7 août 2014 21:47
- Écrit par Chiara Cruciati
06 ago 2014
Intervista al parlamentare Fouad Kokali: “La riconciliazione con Hamas non è in discussione, ma la resistenza armata è solo controproducente. L’Egitto? Non è un semplice mediatore, ma parte del conflitto”.
– Il Manifesto
Betlemme, 6 agosto 2014, Nena News – Elezioni posticipate, ma il governo di unità nazionale non è in discussione, nonostante cresca il consenso verso Hamas e diminuisca quello verso Fatah, prima vittima delle politiche dell’Autorità Nazionale Palestinese. «L’attacco non è contro Gaza, ma contro il popolo palestinese – spiega al manifesto Fouad Kokali, parlamentare del Consiglio Legislativo palestinese e membro del comitato politico di Fatah – Non è cominciata un mese fa, ma nel 1948 con la creazione di Israele. Per questo, il governo di unità nazionale è un dovere, un caposaldo. Ogni fazione palestinese, in particolare Hamas e Fatah, ha assunto l’impegno della riconciliazione. Prova ne è la delegazione che domenica ha discusso al Cairo la proposta di accordo. Rappresentanti di tutti i partiti politici palestinesi, da Ramallah, Gaza, Damasco, vi hanno preso parte».
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Hanan Ashrawi: Israel conducting ‘deliberate massacre’ in Gaza
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- Catégorie : Politiche palestinesi
- Publié le mercredi 30 juillet 2014 22:24
- Écrit par NEWS SOURCES
July 21, 2014
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GAZA. Resistere o trattare? Il dibattito di Hamas
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- Publié le mercredi 30 juillet 2014 05:23
- Écrit par Michele Giorgio
25 lug 2014
Il movimento islamico, impegnato dall’8 luglio in un confronto militare durissimo con Israele, discute su cosa fare nei prossimi giorni. Sul tavolo c’è la proposta di tregua presentata dall’Egitto: il testo chiede la cessazione immediata del fuoco e l’avvio di negoziati sul futuro della Striscia
Gaza, 25 luglio 2014, Nena News - La leadership di Hamas è più unita che mai, parla con una sola voce, non c’è differenza tra i dirigenti politici e i comandanti militari. Puntano tutti allo stesso obiettivo: rompere l’isolamento del movimento islamico e ottenere la fine dell’embargo contro Gaza». Sami Ajrami, giornalista di Gaza, ci risponde con il tono di chi è sicuro delle informazioni in suo possesso. E in gran parte ha ragione.
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GAZA. La nuova strategia di Hamas che Israele non controlla
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- Catégorie : Politiche palestinesi
- Publié le samedi 26 juillet 2014 04:51
- Écrit par Chiara Cruciati
18 lug 2014
Nuove tecnologie, migliore addestramento e azioni congiunte tra Brigate Al Qassam e Brigate Al Quds. Dietro, il sostegno militare di Iran e Siria e finanziamenti di alcuni paesi arabi.
– Il Manifesto
Gerusalemme, 18 luglio 2014, Nena News – C’è chi la chiama resistenza e chi terrorismo. Per la maggioranza del popolo palestinese, che viva a Gaza o in Cisgiordania, ad Haifa o a Gerusalemme, quella di Hamas e Jihad Islamica è oggi considerabile l’unica forma di contrapposizione all’occupazione da parte delle fazioni politiche palestinesi. Mentre il consenso verso l’Autorità Palestinese va a picco e di riflesso Fatah – ormai partito fantoccio nelle mani del presidente Abbas – perde colpi, e mentre la sinistra palestinese tenta con difficoltà di risalire la china cambiando la leadership (è il caso del Fronte Popolare, impegnato da mesi in un congresso che dovrebbe ridefinire la segreteria), a mostrarsi in attività sono le due fazioni islamiste.
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The Beginning of the End of Palestinian Security Coordination with Israel?
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- Catégorie : Politiche palestinesi
- Publié le samedi 19 juillet 2014 09:51
- Écrit par Administrator
Jadalyya, 4 Jul 2014
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[Two Palestinian police standing in front of the Church of the Nativity. Image by James Emery.] |
between 2007 and 2010 the US State Department allocated ninety-nine million dollars to invest in the reconstruction of the PA security infrastructure and capacity-building in the West Bank, and a further 392 million dollars to train and equip security forces. Dayton’s mission included recruiting, training, financing and equipping the PA security forces, including forming the so-called “special battalions” of the National Security Forces (NSF). [...] [T]rainings are meant to prepare the new forces to carry out internal policing and “counter-terrorism” operations. They offer no defensive skills against external threats and invasions. Security equipment is solely designed for internal suppression and the protection of VIPs, and strategic planning is intended to be in harmony with Israeli military and security objectives.
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