28 giugno 2017

Gent. dott. Santoro, nella sua trasmissione di giovedì 22 giugno molti dei suoi ospiti si sono scandalizzati quando un giovane di origine marocchina, presente fra il pubblico in studio, ha affermato che quello in atto da anni contro i palestinesi è un genocidio. Forse il giovane ha usato un termine improprio anche se la definizione di “genocidio”, coniata dalle Nazioni Unite nel ’48, gli darebbe ragione. Tuttavia non ci interessa in questo momento soffermarci a polemizzare su un termine quanto, purtroppo, riaccendere la sua attenzione, e quella del suo pubblico, su quanto sta succedendo ancora una volta a Gaza, preda di una gravissima crisi provocata dal taglio di energia da parte di Israele, suo maggiore erogatore.

Gaza precipita nell’oscurità
titolava il 13 giugno “il manifesto”. L’articolo, fra l’altro, riportava le conseguenze che il taglio di energia aveva già e avrebbe avuto se si fosse aggravato. Mohammed Thabet, un dirigente della società per la distribuzione dell’elettricità, avvertiva:
“’Ora forniamo a malapena quattro ore di elettricità, in alcune aree appena tre. Se ci saranno altri tagli alle forniture tanti servizi di pubblica utilità, come i depuratori, saranno ridotti all’osso”. I danni per la salute umana, ambientale, e per la già fragile economia di Gaza – sotto assedio da oltre un decennio – sarebbero devastanti.
 Il 21 giugno, “la Repubblica” online informava sia del lancio di centocinquanta lanterne di carta, accese da attivisti israeliani per illuminare il cielo sulla Striscia, sia delle tensioni politiche alla base della crisi energetica: per fare pressioni su Hamas, il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, non ha saldato il conto per l'elettricità di Gaza invitando Israele a ridurne l'erogazione.
 Israele ha seguito l’invito lasciando ai quartieri occidentali di Gaza City e alla zona nord della Striscia dalle 2 alle 3 ore di energia giornaliera nonostante nel 2008 lo stato si fosse impegnato, di fronte alla sua Alta corte di giustizia, a fornire a Gaza una quantità di energia tale da non creare crisi umanitarie (HCJ 9132/07).
Si rischia inoltre che la situazione degeneri in una nuova conflagrazione. Gideon Levy, giornalista di “Haaretz”, ammoniva il 15 giugno u.s.: “Il taglio di un’altra ora di elettricità a Gaza e sarà il segnale: i missili Qassam [colpiranno il sud d’Israele]. Israele sarà ancora una volta la vittima, e avrà inizio il massacro”.
Le sue parole fanno eco a quelle pronunciate pochi giorni prima da un portavoce di Hamas riportate dal già citato numero del “manifesto”: “La riduzione della corrente elettrica avrà un effetto catastrofico su tutti i settori della vita a Gaza, accelererà il deterioramento della situazione e l’esplosione della Striscia”.
Gent. dott. Santoro, le scriviamo perché ci ricordiamo con gratitudine che durante l’”Operazione piombo fuso” la sua fu l’unica trasmissione che se ne occupò provocando grande scandalo e proteste, come al solito non per l’uccisione di tanta gente inerme ma perché lei aveva osato mostrare le azioni dell’aviazione israeliana, mettendo in luce la crudeltà di tali azioni e di chi ne impartiva l’ordine.
Le chiediamo perciò di leggere in trasmissione questa lettera e di divulgare la notizia delle condizioni in cui versa Gaza, insieme alla richiesta di erogare di nuovo alla Striscia l’energia che occorre a ognuno per condurre una vita dignitosa.
Fiduciosi nel suo senso di giustizia e umanità


Rete ebrei contro l’occupazione www.rete-eco.it
Associazione per i diritti umani www.peridirittiumani.com
“Comitato varesino per la Palestina”
Gabriella Bernieri e Liviana Bortolussi, di “Rete radié resch” Milano
Franco Boni, di “Milano in comune”
Raffaella Del Deo, di “Oltre il mare”
Milli De Monticelli, di “Donne in nero”
Ugo Giannangeli, di “Per Gazzella”
Annalisa Portioli, di “Vento di terra”
Arturo Pinotti, di “Coordinamento Palestina Lombardia”