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- Written by Giorgio Forti
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13 aprile 2015
Questo articolo di Davide Conti va corretto per alcuni errori storici, che non appaiono innocenti. E' verissimo che il Gran Muftì negli anni '30-40 si schierò con la Germania nazista (nemica del suo nemico, l'Inghilterra che dominava la Palestina), ma è anche vero che il Muftì non rappresentava i"palestinesi": mentre lui parlava per i nazisti a radio Berlino, più di 30mila Arabi Palestinesi, arruolati nell'Armata Britannica, combattevano contro Germania nazista ed Italia fascista in Libia e Tunisia. Erano, con ogni probabilità, "presi volontari per fame". La loro bandiera, che vediamo sventolata da italiani amici della causa della Liberazione della Palestina e da loro in tante manifestazioni di questi anni, è dunque a buon diritto presente dove si manifesti per Libertà, Giustizia e diritti umani e civili.
Read more: Commento al Manifesto di ieri, domenica 12 aprile 2015
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- Written by Giorgio Forti
- Category: Rete-ECO
il Manifesto internet, 6 aprile 2015
... questa polemica tra disinformati, e si può ottenere il risultato informandosi. Riassumo solo alcuni fatti: la cosidetta "Brigata Ebraica" era costituita da volontari ebrei residenti nel Mandato britannico di Palestina, ed erano inquadrati nell'VIII Armata britannica, come lo erano volontari Arabi Palestinesi. Molti abitanti dell'Impero di sua Maestà britannica hanno combattuto, arruolati più o meno volontari, nelle armate di Sua Maestà
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Rete ECO – Ebrei contro l’occupazione (ONLUS) – è un'associazione nata nel 2001 e diffusa a livello nazionale. Siamo una rete di ebrei italiani che si mobilitano contro le ingiustizie perpetrate dallo Stato di Israele nei confronti della popolazione palestinese. I governi israeliani, infatti, portano avanti dal 1948 una politica di espropriazione, colonizzazione, segregazione, emarginazione e repressione, punteggiata da attacchi militari, volta a rendere impossibile la vita dei palestinesi sulle loro terre. Il risultato è una strisciante pulizia etnica, a rincarare la dose dopo le espulsioni di massa avvenute nel 1947-1948 (Nakba) e nel 1967 (Naksa).
Accomunati dall'impegno per l'eguaglianza, i diritti umani e la pace quali principi universali, riteniamo che le numerose e continue violazioni di tali principi da parte dei governi israeliani vadano condannate apertamente e con forza; ed è la falsa accusa di antisemitismo spesso rivolta da Israele e dai suoi sostenitori come tattica di intimidazione contro chiunque critichi le politiche israeliane o il sionismo che ci spinge ad alzare la nostra voce di dissenso, identificandoci come ebrei. Siamo convinti che la riconciliazione e la pace possano essere raggiunte solo seguendo i principi della giustizia:
- I diritti umani (civili, politici, economici, sociali e culturali) e l'eguaglianza devono essere garantiti universalmente, senza eccezione, in tutto il territorio tra il Giordano e il Mediterraneo;
- Il diritto internazionale deve essere rispettato e applicato universalmente.
Pertanto l'occupazione, la colonizzazione la discriminazione e la violenza contro i civili devono cessare. Lo Stato di Israele deve inoltre riconoscere sia la sua responsabilità nell'aver provocato il problema dei profughi, sia il diritto al loro ritorno. Un eventuale accordo dovrà essere negoziato in condizioni di parità, e saranno le parti a deciderne le modalità.
Come cittadini italiani ed europei, siamo particolarmente preoccupati da decenni di politica dei nostri governi che – nonostante atti simbolici e critiche sporadiche – nei fatti hanno regolarmente appoggiato lo Stato di Israele sia economicamente sia politicamente bloccando qualsiasi sanzione ne contrastasse gli abusi, lasciandogli così carta bianca nella continua occupazione dei territori e nella violazione dei diritti dei palestinesi.
L’Europa ha una grave responsabilità storica nella creazione del problema e dell'oppressione palestinese; dovrebbe quindi adottare finalmente le misure politiche ed economiche (tra cui la sospensione degli accordi economico-militari con Israele) necessarie a determinare un'azione internazionale contro i continui atti illegittimi delle leadership israeliane. Riteniamo infine, come ebrei europei, che negare i diritti dei palestinesi non solo non potrà mai servire da compensazione ai crimini commessi in passato contro gli ebrei in Europa, crimini di cui i palestinesi non hanno alcuna responsabilità, ma costituisca per noi un’ulteriore offesa in quanto pensiamo che Israele non abbia titolo a usare gli ebrei, né il loro senso di insicurezza alimentato ad arte, come scudo per giustificare politiche espansionistiche illegali.
Gli obiettivi di ECO sono:
- Esprimere una chiara posizione politica sul conflitto israelo-palestinese, radicata nell'antirazzismo e nel rispetto dei diritti umani; sostenere i metodi di resistenza e affermazione politica non violenta;
- Sollecitare le autorità italiane ed europee affinché esercitino il loro peso politico al fine di garantire il rispetto per i diritti dei palestinesi e di tutte le popolazioni residenti nel territorio tra il Giordano e il Mediterraneo;
- Accrescere la consapevolezza e la conoscenza della storia del conflitto israelo-palestinese e delle sue cause, della Nakba, della situazione odierna e temi correlati;
- Informare e incoraggiare altri ebrei a esprimersi e agire con noi;
- Alimentare una riflessione e un dibattito aperto sul conflitto israelo-palestinese;
- Collaborare con altre associazioni su questo e su altri temi collegati, quali i diritti umani, l'antirazzismo, la giustizia sociale, la manipolazione delle coscienze, il legame tra sostenibilità ambientale e pace.
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- Written by Paola Canarutto
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aprile 2015
... non possono essere responsabili delle azioni di un tale che non avevano votato (il tale medesimo era stato messo al potere dai britannici governatori del Mandato).
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- Written by Giorgio Forti
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Slow News, 31.03.15
... e, diciamolo pure, con forti tendenze ed attitudini fasciste, è sì dovuta anche alla paura degli Israeliani per l'ostilità del mondo Arabo ed oltre, ostilità che hanno volonterosamente coltivato per un secolo, con costanza degna di miglior causa. Ma anche è dovuta al loro delirio di onnipotenza, giustificato dal fatto, constatato dal mondo intero, che il loro premier Netanyahu ha potuto andare, a dispetto del Presidente Obama, a parlare davanti al Parlamento Americano, dicendo agli americani di fare la politica contraria a quella che il loro Preside sembra aver imboccato. Cioè, ha sfidato gli USA con disprezzo per il loro Presidente, ed ha ottenuto applausi scroscianti dalla maggioranza dei Parlamentari. Gli altri, quelli fedeli ad Obama, non hanno partecipato alla seduta. Un po' come hanno fatto, nel loro piccolo, i parlamentari italiani del Partito Democratico,il partiro del Presidente del Consiglio, che non hanno votato su leggi fondamentali per l'Italia per non contrariare il loro capetto, il quale si è sempre dimostrato molto ossequioso di Israeliani ed Americani.
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