12/10/2016
Nella notte scontri nel quartiere di Silwan. I media palestinesi: Ali Shioukhi è stato lasciare morire dissanguato. Migliaia di soldati dispiegati per lo Yom Kippur, checkpoint chiusi ai soli palestinesi
Il funerale di Ali Shioukhi, organizzato subito per evitare che il corpo venisse portato via dalla polizia (Foto: Ma’an News)
Roma, 12 ottobre 2016, Nena News – Un’altra uccisione nella notte: Ali Shioukhi, 20 anni, residente nel quartiere di Silwan a Gerusalemme Est, è morto sotto i colpi delle forze israeliane, durante uno dei frequenti raid nella zona e il conseguente lancio di pietre da parte dei giovani manifestanti palestinesi. I media palestinesi accusano: dopo averlo colpito al petto, hanno impedito alle ambulanze di avvicinarsi e soccorrerlo. È morto dissanguato. Era uscito di prigione all’inizio dell’anno, dopo essere stato condannato a 15 mesi di carcere.
Subito sono esplosi scontri e proteste, a cui le forze armate israeliane hanno risposto con gas lacrimogeni e proiettili di gomma. Il quartiere è stato chiuso e molte case perquisite. La famiglia ha deciso di tenere subito il funerale per evitare che la polizia israeliana portasse via il corpo del giovane e non lo restituisse subito, come successo in passato con numerose vittime palestinesi in questo anno di scontri e violenze.
Ali Shioukhi
È successo anche a Silwan, quartiere caldo perché da anni target delle autorità israeliane e delle associazioni di colonie che operano attraverso confische, sfratti e occupazione di abitazioni di proprietà palestinese nascondendosi dietro ragioni di tipo storico e archeologico: fare di Silwan un quartiere turistico perché – dicono a Tel Aviv – qui si trovava il palazzo di re Daviv. Per questo 50mila palestinesi vivono nella costante paura di perdere la propria casa, di vederla demolita o occupata da famiglie di coloni. La realtà è altra: sfruttare la storia per modificare il volto della Città Santa. Silwan è a ridosso delle mura della Città Vecchia, per questo target: l’obiettivo dichiarato dai progetti di pianificazione israeliani mostrano l’intenzione di creare una sorta di anello intorno al cuore della città, “ripulito” della presenza palestinese e trasformato in zona turistica e di divertimento, con giardini, hotel, parchi, siti archeologici.
È ormai trascorso più di un anno dall’inizio di quella che è stata ribattezzata dai palestinesi Intifada di Gerusalemme. In mezzo 233 morti palestinesi, 36 israeliani e le stesse condizioni di vita. E se molti all’inizio avevano individuato nella difesa della Moschea di al Aqsa le ragioni della sollevazione, per poi comprenderne le reali cause, sociali, economiche, di vita quotidiana, di diritti umani, è ancora la Spianata delle Moschee al centro dell’attenzione.
In questi giorni si celebra la festa ebraica dello Yom Kippur e le prime preghiere di estremisti ebraici di fronte alla Moschea di Al Aqsa si sono già registrate. È successo ieri, poco prima la morte di Shioukhi: 156 estremisti sono entrate di prima mattina per pregare nelle varie porte della Spianata, mentre ai fedeli musulmani veniva impedito l’ingresso nel proprio luogo di preghiera. A difendere il gruppo persone è stato l’ingente dispiegamento di forze armate israeliane che in occasione delle feste hanno riempito le città israeliane e Gerusalemme. Oltre 3mila i soldati in più nella sola Gerusalemme.
Ai palestinesi di Cisgiordania e Gaza, con in mano un permesso rilasciato dalle autorità israeliane, è vietato da ieri sera a questa notte attraversare qualsiasi checkpoint per entrare in territorio israeliano e andare al lavoro, o dal medico, o all’università. I checkpoint restano invece aperti per i circa 400mila coloni residenti nei Terrritori Occupati, illegalmente secondo il diritto internazionale. Chiusi moltissimi negozi palestinesi nella città vecchia di Gerusalemme. Nena News
Chiara Cruciati è su Twitter: @ChiaraCruciati
http://nena-news.it/gerusalemme-la-polizia-israeliana-uccide-un-20enne-territori-sigillati/