L’obiettivo è rispondere alla campagna per il boicottaggio delle università israeliane lanciata lo scorso gennaio da oltre 300 professori e ricercatori universitari italiani. Resta in carcere l’astrofisico palestinese Imad Barghouthi nonostante una corte militare israeliana avesse chiesto giovedì il suo rilascio
Il Technion di Haifa
Roma, 30 maggio 2016, Nena News – Rispondere al boicottaggio lanciato all’inizio di quest’anno da oltre 300 accademici italiani e rafforzare i rapporti con lo stato ebraico. Sono questi i motivi principali che spingeranno questa settimana decine di ricercatori e studiosi provenienti dall’Italia a incontrare i loro colleghi israeliani in una serie di conferenze di carattere per lo più scientifico.
“E’ uno sforzo senza precedenti per rispondere concretamente ad una questione delicata” ha detto al quotidiano israeliano Ha’Aretz Francesco Talo, ambasciatore italiano in Israele. “Crediamo che la ricerca e le università debbano essere libere, aperte al dialogo e allo scambio”. Il boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane ha avuto meno successo in Italia che in altri paesi occidentali. Eppure qualcosa si sta muovendo: lo scorso gennaio più di 300 accademici hanno firmato un petizione in cui si chiede alle università italiane di cancellare gli accordi di cooperazione con il Technion di Haifa e con altre istituzioni accademiche israeliane.
Le iniziative congiunte di questa settimana, che si svolgeranno da martedì a venerdì in varie città d’Israele e avranno come centro Tel Aviv, mirano pertanto a stroncare sul nascere questa protesta e a ribadire la vicinanza tra i due Paesi. “Abbiamo pensato che la migliore risposta sia agire: fare concretamente il contrario di quello che alcune persone ci chiedono di fare portando un significativo numero di ricercatori e accademici in Israele” ha aggiunto Talo. “Tutti sono liberi di dire quello che vogliono – ha precisato il diplomatico – ma noi risponderemo con le azioni”.
La risposta delle autorità italiane non sorprende: Roma ha sempre espresso una forte contrarietà alla campagna internazionale di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) nei confronti dello stato ebraico. Emblematiche in tal senso furono le parole del premier Renzi nel suo discorso alla Knesset lo scorso luglio quando affermò che “chiunque boicotta Israele, sta boicottando se stesso” e “tradendo il suo futuro”.
La delegazione italiana che giungerà in queste ore in Israele sarà la più numerosa di sempre: guidata dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, comprenderà oltre 60 ricercatori a cui si uniranno anche i rappresentanti della Conferenza italiana dei rettori (che riunisce i capi delle maggiori università italiane). Diversi i temi che gli studiosi italiani e israeliani affronteranno: nuovi trattamenti per le malattie cardiache, l’uso dei robot per aiutare le persone anziane e i disabili, gli ultimi progressi compiuti nel campo della chirurgia plastica, bioetica, psicologia ed economia.
Non solo dibattiti culturali però. Giovedì mattina, infatti, l’intera delegazione raggiungerà il Centro Peres per la Pace a Tel Aviv dove verranno firmati tre accordi di cooperazione in campo scientifico tra le università dei due Paesi. Per giovedì, in concomitanza con la festa della repubblica italiana, sono previsti inoltre diversi avvenimenti e celebrazioni. Tra questi, la presentazione della recente traduzione in italiano del Talmud e un festival di danze popolari italiane.
Negli incontri tra docenti italiani e israeliani, però, nessuna solidarietà verrà espressa nei confronti del loro collega palestinese Imad Barghouti in carcere da due mesi nonostante una sentenza della corte d’appello militare israeliana ne avesse chiesto giovedì il suo immediato rilascio “per mancanze di prove”. In una nota pubblicata ieri, l’Associazione dei prigionieri palestinesi (PPS) ha fatto sapere che la procura militare dello stato ebraico ha presentato alla corte un atto di accusa contro Barghouti per “istigazione contro Israele” per alcuni suoi commenti contro lo stato ebraico postati su Facebook. Secondo quanto riferisce il PPS, l’astrofisico è stato ieri interrogato dall’Intelligence israeliana nel carcere di Ofer dove si trova in regime di detenzione amministrava (arresto senza processo né prove).
Barghouti è stato arrestato dalle forze israeliane lo scorso aprile al checkpoint di Nabi Saleh nei pressi di Ramallah (Cisgiordania). Lo scienziato non è nuovo al carcere: alla fine del 2014 è rimasto dietro le sbarre per un mese e mezzo per alcuni suoi post contro l’offensiva israeliana “Margine protettivo” (luglio-agosto 2014) in cui più di 2.000 palestinesi sono stati uccisi. A contribuire alla sua scarcerazione fu una vasta campagna di solidarietà promossa dalla comunità scientifica internazionale. L’arresto di aprile ha avuto ugualmente ampia eco in Occidente: centinaia di scienziati e accademici di tutto il mondo hanno firmato di recente un appello in cui si chiede la sua liberazione. Un’altra petizione è stata presentata alle corti israeliane agli inizi di maggio. Nena News
Roberto Prinzi è su Twitter @Robbamir
http://nena-news.it/delegazione-di-accademici-italiani-in-israele-contro-il-bds/