Lettera aperta a:
Sergio Mattarella Presidente della Repubblica Italiana
Paolo Gentiloni Presidente del Consiglio dei Ministri
Pietro Grasso Presidente del Senato
Laura Boldrini Presidente della Camera
In occasione del 60° anniversario della firma dei Trattati di Roma, con un appello chiamato “LA NOSTRA EUROPA”, abbiamo dato vita ad una ampia coalizione di associazioni, sindacati, movimenti, che è stata protagonista del corteo che, Sabato 25 marzo da Piazza Vittorio, ha sfilato in modo pacifico e nonviolento per le strade di Roma, raggiungendo il Colosseo ed incontrandosi con la Marcia per l’Europa, promossa dal Movimento Federalista. Ci siamo definiti “Europeisti radicali” per la comune idea di un’Europa unita, democratica e solidale.
Nei giorni 23 e 24 marzo abbiamo realizzato, conferenze, seminari, mobilitazioni che hanno visto la partecipazione di centinaia di studenti, sindacalisti, ambientalisti, migranti, donne, precari, parlamentari, reti e movimenti politici e sociali, provenienti da ogni paese d‘Europa, per dare voce ad una Europa che rifiuta i nazionalismi e populismi reazionari, per respingere le ondate di xenofobia e di razzismo, per abbattere i muri e le poltiiche neo- liberali e di austerità che stanno distruggendo il sogno e l’ideale dell’Europa di chi, come Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni ed Ursula Hirschmann, ne avevano tracciato un profilo sociale e solidale con il manifesto di Ventotene. Tutto si è svolto all’insegna della partecipazione e del confronto democratico.
Dobbiamo però registrare un grave episodio di censura accaduto nell’Università La Sapienza, dove abbiamo concentrato gli incontri e le conferenze (con la presenza, tra le altre, del Primo Ministro greco, Alexis Tsipras e di altri rappresentanti del mondo politico europeo) per favorire la partecipazione ed il coinvolgimento degli studenti.
Il seminario «E' tempo di giustizia in Palestina. Le responsabilità dell'Europa » previsto Giovedi 23 Marzo, in una delle aule del Dipartimento di Scienze della Terra, non ha potuto realizzarsi all’interno dell’Ateneo, per una decisione presa dal Direttore del Dipartimento a seguito di una comunicazione del Rettore. La comunicazione riportava la segnalazione di una violazione del codice etico dell’Ateneo da parte delle associazioni che avevano promosso il seminario.
Questa presunta violazione era accompagnata da una denuncia indirizzata al Rettore, da un avvocato del foro di Roma, per conto dell’associazione Solomon – Osservatorio sulle Discriminazioni. Denuncia assunta senza alcuna valutazione nel suo merito e senza una richiesta di confronto con gli organizzatori del seminario.
Il seminario in questione, vogliamo sottolinearlo, non aveva nessun riferimento implicito o esplicito a parole o affermazioni che possano essere ricondotti ad un linguaggio o ad un messaggio di discriminazione contro persone, culture, etnie o religioni. Al seminario erano invitati, tra gli altri, Michel Warshawsky, intellettuale, scrittore israeliano, Mahmud Zawhare, leader del movimento di resistenza popolare e nonviolenta dei villaggi palestinesi che hanno perso la propria terra a causa della costruzione del Muro di Separazione, i parlamentari italiani Filippo Fossati e Marietta Tidei del Partito Democratico, Eraso Palazzotto di Sinistra Italiana, Manlio di Stefano del Movimento 5 Stelle, il senatore belga Pierre Galand, gli europarlamentari Eleonora Forenza del GUE e Brando Bonifei del Gruppo Socialisti e Democratici.
Un seminario promosso per analizzare le responsabilità della comunità internazionale e dell’Europa per il mancato rispetto dei trattati e del diritto internazionale dei governi israeliani, consentendo l’occupazione illegale dei territori palestinesi e lo sfruttamento delle risorse e del lavoro nelle colonie illegali, azioni e condizioni condannate da numerose risoluzioni delle Nazioni Unite e dalla stessa Unione Europea.
Nonostante la censura imposta dall’Ateneo a causa della assurda ed infondata accusa, il seminario si è realizzato in altro luogo, ha avuto una ottima partecipazione, ma ha lasciato tutti quanti, italiani, israeliani, palestinesi e gli ospiti provenienti dai diversi paesi europei, allibiti e profondamente scossi per la decisione di una università statale di censurare un dibattito pubblico su un tema di politica internazionale, quale è il conflitto israelo- palestinese, come avviene da anni in tutte le università europee.
Quanto accaduto alla Sapienza non è una semplice distrazione o leggerezza burocratica, è un vero e proprio atto di censura al diritto di espressione, in piena violazione con la nostra Costituzione, con la Carta Europea dei Diritti Umani e con lo stesso Codice Etico dell’Università.
Non è accettabile ed è inammissibile che trovi spazio nel nostro sistema democratico e costituzionale la pratica della censura e della criminalizzazione nei confronti di chi esercita un confronto politico ed una critica, quando questi si svolgono nelle forme e nei modi pacifici e nonviolenti.
Ci sentiamo quindi in dovere di riportare questo episodio, che purtroppo non è isolato, alla Vostra attenzione ed a quella dell’opinione pubblica affinché si sappia quanto accaduto.
Così come troviamo allarmante e inaccettabile che alcune persone siano state private della possibilità di partecipare alle manifestazioni che il 25 hanno attraversato pacificamente la città, senza il riscontro di nessuna prova di pericolosità.
Per altro ad alcuni dei fermati sono state disposte misure di limitazione dei propri spostamenti, che ne impediscono la partecipazione ai propri corsi di studio, per il solo motivo di possedere capi di abbigliamento “impropri” come una felpa con cappuccio.
Crediamo inviolabile consentire a tutte le voci della nostra società di poter esercitare in modo pacifico e nonviolento, quello che è un diritto fondamentale ed inderogabile della nostra democrazia.
A voi, garanti del diritto e della libertà di espressione, come sancito dalla nostra Costituzione, chiediamo di verificare i fatti accaduti ed assumere ogni iniziativa possibile affinchè questo diritto e questa libertà vengano riconosciuti e difesi.
Sergio Bassoli
Raffaella Bolini
Vittorio Cogliati Dezza
Roberto Morea
a nome del Comitato di Coordinamento LA NOSTRA EUROPA