Gerusalemme, 1 novembre 2016, Nena News - Acqua passata. È già alle spalle la vicenda della «punizione divina» che il vice ministro israeliano Ayoub Kara aveva visto nei terremoti che hanno colpito il nostro Paese “colpevole” di non aver votato contro le recenti risoluzioni dell’Unesco su Gerusalemme Est. Tra Italia e Israele è amore, passione, complicità, comprensione. Un amore travolgente che, come accade in questi casi, rende ciechi e porta Roma a perdonare tutto a Tel Aviv. E a non vedere più l’occupazione dei Territori palestinesi, la violazione e la negazione di diritti, le continue attività di espansione delle colonie israeliane. Lo testimoniano le parole del primo ministro Renzi, unico dei principali leader europei a sconfessare apertamente il mese scorso il voto dell’Unesco sullo status di città occupata di Gerusalemme Est. Lo confermano le dichiarazioni fatte ieri e domenica dal presidente Mattarella in visita ufficiale di quattro giorni in Israele e, in misura limitata, nei Territori palestinesi occupati. «I rapporti tra Italia e Israele affondano radici in tempi antichi. Si tratta di una lunga storia comune. Sono rapporti straordinari sul piano bilaterale…Adesso dobbiamo guardare al futuro anche con maggiore ambizione… Israele con la sua democrazia così forte e vitale costituisce un modello per tutta la regione», ha detto ieri Mattarella incontrando a Gerusalemme il capo dello stato israeliano Reuven Rivlin. Domenica il presidente italiano aveva condannato con forza, definendolo «inammissibile», il boicottaggio di Israele.
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