13 luglio 2017

Cara Onorevole Mogherini, a nome della Rete Ebrei Contro l'Occupazione ( ECO), La prego di prender nota della nostra solidarietà con Arthur Goodman e l'Associazione EJJP di cui siamo parte nel chiedere i più efficaci provvedimenti per salvare dalla distruzione la Scuola di Gomme di Khan-Al Ahmar costruita e attivata dalla nostra ONG Vento di Terra, e contro la politica oppressiva e micidiale di Israele nei riguardi dei Palestinesi tutti. Molto cordialmente, Giorgio Forti

 

Fwd: Letter regarding Kahn Al-Ahmer and E1

13 juil.

Dear Ms. Mogherini,

Please [see] a letter asking you to take action to stop the demolitions at Khan Al-Ahmar [....]

 

 

12 July 2018

Federica Mogherini

High Representative and Vice-President, European Commission

Dear Ms. Mogherini,

The residents of the small West Bank village of Kahn Al-Ahmar School Community, aided by Israeli and other activists, have been protesting against the demolition of their village for months. They have also applied unsuccessfully to Israeli courts several times to stop the demolition. However, it was only the intervention of the European Union, a few important governments and the United Nations that caused the Israeli High Court to reverse its earlier decisions and halt the demolition work while it reconsiders the issue. The Court has given the Israeli government until 16 July to present its case for carrying out the demolition.

17 luglio 2018

 

Come organizzazioni per la giustizia sociale di tutto il mondo, scriviamo questa lettera con crescente allarme riguardo agli attacchi alle organizzazioni che sostengono i diritti palestinesi in genere e il movimento nonviolento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), in particolare. Questi attacchi assumono spesso la forma di ciniche e false accuse di antisemitismo che confondono pericolosamente il razzismo anti-ebraico con l'opposizione alle politiche e al sistema di occupazione e all'apartheid di Israele.

25 maggio 2018

Sul Messaggero del 24 maggio è comparso un articolo fuorviante a firma Marco Pasqua sulla campagna #Cambiagiro, e sul problema palestinese. Chi scrive se la prende contro le persone che in Italia dimostrano, giustamente, contro i “padroni” del Giro ciclistico d’Italia (La Gazzetta dello Sport, del grande gruppo editoriale Rizzoli-Corriere Della Sera) e i loro complici politici italiani e israeliani. Quest’anno hanno deciso di far iniziare il Giro d’Italia a Gerusalemme, su invito del governo israeliano, così facendo propaganda a favore della politica di oppressione di Israele nei confronti dei palestinesi. Negli stessi giorni, a Gaza, l'esercito israeliano apriva il fuoco contro manifestanti palestinesi civili e disarmati che partecipavano alla Grande Marcia del Ritorno. Si tratta di una manifestazione volta sia a protestare contro il blocco della Striscia di Gaza, che dura ormai da 11 anni, e che mette a dura prova la capacità di sopravvivenza degli abitanti di Gaza, sia a riaffermare il loro diritto a tornare alle loro terre da cui erano stati cacciati negli anni 1947-48.

dicembre 2018

La deriva nazionalista del mondo contemporaneo sembra inarrestabile: la teoria dell’identità nazionale nata in Europa con la Rivoluzione Francese che ha trasformato i sudditi dei Re in Cittadini con diritti e doveri, ha fornito anche, forse inconsapevolmente, la base teorica per la creazione del nuovo idolo, la Nazione. In due versioni, quella laica, realizzata nella Francia rivoluzionaria del 1789, e quella religiosa (“Una di Razza, Lingua, Religione”) che ha costituito la base di molti movimenti nazionalisti dei due secoli successivi, ed è tuttora la forza ispiratrice dei più feroci stati- nazione oggi sulla scena mondiale. La Nazione fornisce l’identità che deve far sentire solidali, per la vita e per la morte, gli umani che convivono su una terra delimitata da confini più o meno netti: una solidarietà limitata ai suoi membri, che esclude gli altri umani perché diversi per l’una o l’altra, o tutte, le caratteristiche identitarie nazionali.  Così, negli ultimi tre secoli, le stragi hanno assunto proporzioni mai viste prima: la sola seconda guerra mondiale ha fatto 55 milioni di morti ammazzati, (e probabilmente di più, contando l’indotto dei morti per fame e malattie), a causa dei grandiosi progressi tecnologici delle armi. Si può solo pensare con costernazione a quello che sarà la terza, ora che l’arma termonucleare è così diffusa in molte nazioni.

16 aprile 2018

... lo Stato d’Israele compirà 70 anni. Se per molti ebrei la memoria del maggio ‘48 sarà quella di una rinascita portentosa dopo la Shoà e un’oppressione subita per molti secoli, i palestinesi vivranno lo stesso passaggio storico ricordando con ira e umiliazione la , la “catastrofe”: famiglie disperse, esistenze spezzate, proprietà perdute, il tragico inizio dell’esodo di una popolazione civile di oltre settecentomila persone.

Molto problematica è in particolare oggi la situazione di Gerusalemme, città che Israele, dopo averne annesso la parte orientale, celebra come “capitale unita, eterna e indivisibile”. Tale statuto, oltre a non essere riconosciuto dalla stragrande maggioranza dei governi mondiali, secondo i dettami dell’accordo di Oslo del 1993 doveva essere oggetto di negoziati fra le parti in causa. Gerusalemme Est resta quindi, secondo le norme internazionali, una città occupata con i suoi 230.000 ebrei che vi abitano in aperta violazione delle suddette norme.